La Città di Urbino (altezza media m. 450
s.l.m.) sorge sui rilievi che fungono da spartiacque tra il bacino del
Foglia a settentrione ed il bacino dei Metauro a mezzogiorno, ed è posta in
un ambiente ampio ed aperto a varie influenze: appenniniche da un lato,
padane e prevalentemente marittime dall'altro. Infatti l'ambiente - che si
identifica con le due valli del Foglia e del Metauro e con la piccola valle
dell'Arzilla che vi si incunea (delimitata da deboli rilievi collinari tra
la valle del Foglia e quella del Metauro) - ha i seguenti contorni: |
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a nord-est il mare
che lambisce una costa bassa, salvo il tratto in cui si
elevano la falesia morta di Montegranaro a sud-est di Pesaro
e la falesia viva delle Gabicce a nord-ovest della stessa
città (falesia che costituisce l'estremo limite meridionale
della Padania); |
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a sud-ovest il
crinale dell'Appennino tosco-umbro-marchigiano (Ruga del
Falterona), che con i suoi rilievi del Monte Catria (m 1702
s.l.m.), del Monte Acuto (m 1668 s.l.m.), del Monte Petrano
(m 1165 s.l.m.) e del Monte Nerone (m 1526 s.l.m.) separa le
valli dei Metauro e del Foglia da quelle del Tevere e, in
termini più vasti, il versante adriatico da quello
tirrenico; |
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a nord-ovest i
rilievi di Monte Maggio (m 897 s.l.m.), di Poggio Campane (m
1036 s.l.m.), i dossi del Sasso Simone (m 1206 s .l.m.) e del
Simoncello (m 1221 s.l.m.), l'imponente dorsale del Monte
Carpegna (m 1415 s.l.m.), i quali costituiscono -
distaccandosi dal Monte Maggiore (m 1384 s.l.m.) - l'ossatura
della "Ruga aberrante del Montefeltro", che
prosegue fino al rilievo di San Marino (m 738 s.l.m.), ed i
cui lembi, residui di una attiva erosione, giungono fino al
mare alla già ricordata falesia viva delle Gabicce. |
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La valle del Foglia ha una
fisionomia morfologica ed idrografica abbastanza semplice: alla
testata è limitata dalla dorsale Simoncello-Carpegna, mentre ai
fianchi è delimitata da rilievi argillosi-arenacei-sabbiosi poco
rilevati e da alluvioni quaternarie, per lo più terrazzate in
serie completa. Affluiscono al collettore principale - che dirama
dal punto in cui la "Ruga del Montefeltro" tende a
distaccarsi verso nord-ovest - da sinistra il Mutino e l'Apsa di
Maceratafeltria o Prima, e da destra tre Apse: di San Donato o
Seconda, di Urbino Terza (che sboccano riunite al Foglia) e di
Petriano o Quarta. |
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La valle del Metauro ha invece
una situazione morfologica ed idrografica un po' più complessa.
Il suo aspetto orografico è dato da 4 energiche anticlinali tra
loro quasi parallele e svolgentisi in direzione sud ovest-nord
est nel seguente modo: |
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quella del Catria,
che prosegue con i già citati rilievi di Monte Acuto, del
Petrano e del Nerone (con nucleo di calcari cretacei); |
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questa, nel bacino
del Metauro ed in corrispondenza del Monte Tenetra, (m 1240
s.l.m.), si sdoppia in un avancorpo denominato di Montiego (m
975 s.l.m.) e costituisce due anticlinali: quella del Monte
Pietralata (m 888 s.l.m.) e quella dove sorgono, rilievi del
Paganuccio (m 977 s.l.m.). |
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la quarta, la più
orientale e la più bassa di forme (non supera i 700 m), è
costituita dai Monti della Cesana, che distano circa 7-8 Km
in linea d'aria dalla Città. |
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In questo ambiente
orograficamente un po' complesso di sviluppa una idrografia
altrettanto complessa. Al collettore principale, il Metauro - che
prende origine a nord-est della "Ruga del Falterona"
dall'unione presso Borgopace di due piccoli corsi d'acqua il Meta
e l'Auro - affluisce da destra, dopo aver superato l'anticlinale
del Paganuccio ed avervi incisa la Gola del Furlo, il sistema del
Candigliaino, che raccoglie presso Piobbico le acque d el
Biscublo e presso Acqualagna quelle del Burano. Il Metauro, dopo
i Monti della Cesana - che supera con una stretta ove sorge
Fossombrone - scorre in pianura, ricevendo da destra le acque del
Tarugo. |
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Dai contorni principali del suo
ambiante Urbino si trova ad una distanza media. Infatti: |
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la sua distanza dal mare in linea d'aria, varia dai 30 Km in direzione di
Pesaro ai 34 Km in direzione di Fano, ai 32 Km in direzione nord; |
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dai forti rilievi
dell'anticlinale del Catria dista circa 30-40 Km; |
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dalla "Ruga
aberrante del Montefeltro" dista all'incirca 30 Km. |
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Urbino sorge quindi in un
ambiente che possiamo definire "montano-appenninico",
in una zona tipica di transizione tra la Romagna, l'Umbria e le
Marche. E' ovvio che il suo territorio, per la distanza ed ancor
più a causa dei forti rilievi che sorgono verso sud-ovest, non
può ricevere, se non in modo molto attenuato, le influenze
tirreniche: fenomeno che del resto è comune a tutte quelle
località della regione marchigiana che sono situate ad oriente
della dorsale centrale appenninica. Per contro è aperto alle
influenze del nord ed a quelle padane (quest'ultime deviate o
corrette dalle dorsali della "Ruga Montefeltrina") ed
ancor più decisamente è aperto alle influenze del mare
Adriatico ed alle correnti provenienti dall'entroterra Balcanico,
che ne determinano in modo rilevante l'andamento termico, quello
igrometrico e pluviometrico. |
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Infine , come particolarità
topografica, accenniamo che la Città si estende su due alture di
natura calcareo-argillosa con tipica distribuzione "a
sella", tra loro allacciate dalla insellatura dove sorge la
piazza principale (e la vecchia sede dell'Osservatorio), ed ai
piedi è posta, creata artificialmente colmando la parte mediana
in un fosso di scolo, la vecchia "Piazza del Mercato",
denominata il Mercatale. L'altura posta a settentrione è
leggermente più elevata di quella posta a meridione: su
quest'ultima sorgono il Palazzo Ducale, la sede Centrale
dell'Università di Urbino (con la nuova sede dell'Osservatorio)
ed i principali monumenti. Su queste due alture l'uomo si è
insediato, in tenece lotta con lo spazio, soprattutto per la
funzione di "Città Capitale", esercitata nei secoli
XV, XVI e XVII, di uno Stato comprendente, nelle sue successive
espansioni, la media valle del Marecchia, l'alta valle del Conca,
le valli del Foglia, del Metauro (ad eccezione di Fano), del
Cesano e parte di quella del Misa. |